Project Manager, CFO e tecnologie: una regia condivisa per il successo delle aziende di servizi

Strategia, cultura e dati. Se dovessimo ridurre a tre parole il cambiamento richiesto oggi alle PMI, sarebbero queste. Perché parlare di project management o di controllo di gestione non basta più: ciò che serve è una visione integrata, capace di unire le figure chiave dell’organizzazione intorno a un obiettivo comune.

Non più solo funzioni operative, ma leve di crescita che devono collaborare per guidare l’organizzazione con dati certi, visione comune e processi agili.

Il Project Manager come traduttore di strategia

Il Project Manager moderno non è (solo) chi coordina attività o aggiorna Gantt. È l’interprete della strategia, responsabile di tradurre gli obiettivi aziendali in risultati concreti e sostenibili.

Per farlo, deve spostare il focus dalla gestione del consuntivo a quella del forecast:

  • Non basta sapere quanto è stato fatto: serve capire quanto manca, e a che costo.
  • Il vero valore del project management oggi sta nella capacità previsionale.
  • È tempo di passare da metriche statiche (“siamo al 74%”) a domande dinamiche: “Riusciremo a finire nei tempi e nel budget?”

Oltre l’abbondanza di dati: serve una data strategy selettiva

Il rischio più comune nelle aziende è la bulimia del dato: raccogliere tutto, senza una logica chiara. Da un lato fogli Excel infiniti; dall’altro strumenti evoluti che però generano più rumore che informazione.

I dati devono servire a decidere, non a confondere.

Una data strategy efficace non punta alla quantità ma alla qualità dell’informazione. Significa:

  • Raccogliere solo ciò che è utile alla decisione
  • Garantire coerenza, trasparenza e misurabilità
  • Collegare i dati di progetto ai dati economici e operativi

Il CFO come architetto della sostenibilità

Nelle PMI, il ruolo del CFO si è trasformato. Non è più (solo) custode dei numeri, ma partner strategico, coinvolto nella definizione delle priorità, nel controllo dei margini e nel monitoraggio della sostenibilità finanziaria.

Per essere efficace, il CFO deve:

  • Avere una visione trasversale, che collega operations, vendite e delivery
  • Trasformare la complessità finanziaria in lettura strategica
  • Fornire numeri univoci, chiari e tempestivi agli stakeholder interni ed esterni

La sua funzione è centrale per garantire la credibilità dei dati aziendali, soprattutto in un contesto in cui trasparenza e affidabilità sono richieste a tutti i livelli.

Tecnologia: strumento, non fine

La tecnologia non è la soluzione. È lo strumento per rendere possibile la collaborazione tra PM e CFO, tra operations e finance, tra dati tecnici e dati economici.

Quando progettata per le reali esigenze delle aziende a commessa, la tecnologia può:

  • Collegare pianificazione, timesheet, forecast e cash flow
  • Fornire dati aggiornati in tempo reale per prendere decisioni puntuali
  • Rendere accessibili informazioni complesse anche a chi non ha un profilo tecnico

Ma serve una condizione: il software deve adattarsi all’organizzazione, non il contrario.

Formazione, cultura, cambiamento: i veri fattori critici

Digitalizzazione e automazione sono possibili solo quando le persone capiscono il perché del cambiamento. È questo il passaggio più difficile – e più importante.

  • Le aziende devono investire in formazione continua
  • La resistenza al cambiamento si supera con la condivisione degli obiettivi
  • Le persone devono uscire dalla logica del “dimmi cosa devo fare” e sviluppare autonomia e consapevolezza

Cambiare tecnologia senza cambiare mentalità produce solo strumenti inutilizzati o mal gestiti.

Orchestrare per crescere

Project Manager, CFO e tecnologie devono agire in modo integrato, come una regia unica che armonizza strategia, operatività e controllo.

Nelle PMI, questo significa:

  • Uscire dalla logica dei silos funzionali
  • Scegliere i dati che contano, non raccogliere tutto
  • Rendere il project management un centro di valore
  • Affidare alla funzione finance il ruolo di garante della coerenza economica
  • Usare la tecnologia per facilitare le connessioni, non per complicarle

Quando queste condizioni si realizzano, la PMI diventa più reattiva, più sostenibile, più competitiva.