Digitalizzazione nelle PMI: le tendenze chiave nel settore Professional Services

Durante il Professional Services Summit 2025, il Prof. Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, ha fatto luce sullo stato della digitalizzazione nelle PMI italiane, con un focus particolare sulle imprese del settore servizi professionali. I dati raccolti mostrano un settore che, pur tra difficoltà, si sta evolvendo con una velocità sorprendente rispetto alla media nazionale. Ecco i punti salienti.

Le PMI italiane: un ecosistema vitale per il Paese

Le 233.000 PMI italiane rappresentano il 5% del totale delle imprese e sono responsabili del 35% dell’occupazione privata e del 42% del fatturato. Si concentrano soprattutto nel Nord e operano nei settori manifatturiero e dei servizi. Queste imprese sono l’anello di congiunzione tra le grandi aziende e le filiere produttive più frammentate.

Un modello per misurare la maturità digitale

Il Politecnico ha sviluppato un modello di analisi basato su tre pilastri:

  • Processi di supporto (IT, HR, amministrazione)
  • Processi core (produzione e delivery)
  • Processi direzionali (pianificazione, controllo, compliance)

Il risultato? Nelle PMI le tecnologie digitali sono ancora poco diffuse, soprattutto nei processi core e strategici.

Il mondo dei servizi professionali è più maturo digitalmente

Le PMI del settore servizi mostrano un livello di maturità superiore alla media:

  • Maggior adozione di strumenti di collaborazione e project management
  • Strutture organizzative più flessibili (ruoli agili, meno sedi fisse)
  • Maggiore propensione verso la “projectification”: lavoro per commessa e team temporanei

AI e data strategy: il divario non è solo tecnologico

Sull’intelligenza artificiale, l’adozione reale è ancora bassa, ma il settore dei servizi mostra una forte intenzione di investimento, quasi il doppio rispetto alla media PMI. Questo evidenzia la necessità urgente di:

  • Upskilling (potenziare chi ha già competenze)
  • Reskilling (formare chi è indietro)

L’80% delle aziende dei servizi analizza dati per migliorare efficienza e innovazione. Tuttavia, l’utilizzo per migliorare la customer experience è ancora limitato.

Competenze digitali e formazione: il vero ostacolo

Il principale freno alla trasformazione digitale è la carenza di competenze. Nonostante il 90% delle aziende abbia una qualche forma di presidio tecnologico, il problema resta umano:

  • Solo metà delle PMI fa formazione strutturata
  • Dirigenti e quadri sono spesso esclusi dai percorsi formativi
  • Mancanza di tempo e rigidità operativa sono barriere ricorrenti

Nel settore servizi, però, il trend è più positivo: il 75% delle aziende sta investendo in formazione.

Infrastruttura digitale: non basta la buona volontà

Solo la metà delle PMI dispone di connessione FTTH (fibra ottica ad alta velocità), elemento essenziale per sostenere soluzioni come Industria 4.0, machine-to-machine e integrazione software avanzata.

Conclusione: la digitalizzazione è anche una questione culturale

Il mondo dei servizi si dimostra pronto ad affrontare la sfida digitale, ma il cambiamento richiede:

  • Investimenti continui
  • Inclusione delle figure apicali nei percorsi di formazione
  • Infrastrutture adeguate
  • Un approccio non solo tecnico, ma anche culturale e organizzativo

Le PMI non possono più rimandare: digitalizzare significa competere e crescere. E il settore dei servizi è il banco di prova più dinamico di questa trasformazione.

 

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